Nel mese di agosto 2017 il Centre for Liveable Future della John Hopkins University e la Città di Baltimora (US) hanno pubblicato un report sulla resilienza del sistema alimentare, intesa come adattabilità e prevenzione di catastrofi naturali, climatiche ed antropiche che potrebbero minacciare l’infrastruttura alimentare della città. Il rapporto prevede una serie di azioni di adattamento e risposta alle crisi per portare l’accessibilità e la disponibilità di cibo a stati normali pre-evento. Spesso le amministrazioni ed i Consigli del Cibo (food council) si concentrano con politiche alimentari per adattarsi e gestire i cambiamenti climatici, il focus di questo rapporto pone invece le basi per una preparazione a situazioni ben più gravi quali catastrofi ed emergenze.
Baltimora ha visto negli ultimi anni due eventi che probabilmente hanno inciso sulla scelta di adottare un simile percorso: la tempesta di neve Blizzar Jonas nel 2016 che portò a Baltimora 110cm di neve e le rivolte sociali del 2015 a seguito dell’uccisione di un Afroamericano che portarono al coprifuoco della città per 10 giorni con 3.500 nuovi militari a presidiare la crisi.
La città di Baltimora dal 2010 è molto attiva nella pianificazione del proprio sistema alimentare, strutturando all’interno della propria amministrazione un ufficio dedicato alla politica alimentare urbana. Nel 2015 ha aderito al Milan Urban Food Policy Pact e l’anno successivo, concorrendo al Milan Pact Award è risultata la città co-vincitrice insieme a Città del Messico.
Il rapporto è scaricabile qui.

Piano per l’accesso alimentare durante incidenti e disastri

Principali vulnerabilità del sistema alimentare
- Le popolazioni più vulnerabili alle disfunzioni del sistema alimentare appaiono le fasce deboli della popolazione (bambini, anziani, disabili, senzatetto) e, più in generale, le persone che vivono nei deserti alimentari. Molti residenti si identificano con più di una di queste caratteristiche e sono quindi particolarmente vulnerabili.
- Il sistema della mobilità urbana e del trasporto pubblico manca di affidabilità e ridondanza, riducendo l’accessibilità alimentare per i residenti privi di automobile durante gli eventi nei quali il trasporto pubblico viene interrotto.
- A causa dell’elevata insicurezza alimentare anche in periodi non calamitosi, molti residenti potrebbero non essere in grado di immagazzinare abbastanza cibo e scorte emergenziali nelle loro abitazioni per sopportare un evento che limiti la mobilità urbana.
Disponibilità alimentare
- Le strutture alimentari più vulnerabili sono quelle situate in pianure alluvionali, che tuttavia non sono i percorsi prioritari per le bonifiche in caso di forti nevicate.
- Le tendenze di riduzione dei posti di lavoro nei sistemi di logistica e distribuzione incrementano la vulnerabilità per mancanza di manodopera, durante pandemie o scioperi potrebbero ridurre ulteriormente la forza lavoro paralizzando filiere.
- La concentrazione geografica della trasformazione alimentare e della distribuzione/deposito alimentare e la specializzazione nella produzione di colture riducono la ridondanza nel sistema, aumentando la criticità.
- Le piccole imprese alimentari (tra cui gli agricoltori) e le organizzazioni locali di assistenza alimentare non-profit potrebbero non appaiono preparate per i disastri e non dispongono di risorse necessarie per pianificare le emergenze, inoltre non dispongono di apparecchiature di backup come generatori o camion frigoriferi.
- E’ assente un coordinamento e di una comunicazione tra le varie organizzazioni di assistenza alimentare che rispondono a situazioni emergenziali.
Accettabilità alimentare
- Pochi organismi di assistenza alimentare hanno la capacità di fornire alimenti che soddisfino particolari esigenze dietetiche ed allergiche. Ugualmente le scorte alimentari per la gestione emergenziale non appaiono risultano cibi sani e salutari.
- La scarsa disponibilità di cibo sano nei “deserti alimentari” suggeriscono una mancanza di cibo nutrizionalmente accettabile disponibile in quei quartieri.
Capitale sociale
- La mancanza di fiducia nelle istituzioni della città potrebbe ostacolare l’assunzione a livello comunitario delle strategie di resilienza e di preparazione condotte dalla municipalità.
Lavoro
- La scarsa quantità di manodopera nelle fasi di logistica e distribuzione rendono la catena alimentare particolarmente vulnerabile una rapida crescita delle ore-lavoro in risposta alle calamità.
- Gli elevati tassi di turnover del personale nell’industria alimentare, a causa di bassi salari e condizioni di lavoro impegnative, impediscono lo sviluppo di competenze efficaci durante l’implementazione dei piano di disastro.
Stoccaggio e sprechi
- Poche aziende hanno piani di riallocazione delle eccedenze alimentari, queste infrastrutture potrebbero essere riconvertite in caso di emergenza.
Per affrontare queste vulnerabilità il rapporto propone le seguenti strategie da incorporare nel piano per la resilienza del sistema alimentare della città e attuate attraverso una coordinata partnership tra governi, business, non-profit e leader della comunità nel sistema alimentare di Baltimora.
Le risposte della città



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